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La cultura delle carni selvatiche all'Artusi di Chianciano

Scritto da EOS SHOW | Oct 24, 2025 2:23:12 PM

L’Istituto di Istruzione Superiore “Pellegrino Artusi” di Chianciano Terme, in provincia di Siena, si è trasformato in un luogo di incontro tra tradizione gastronomica, cultura del territorio e formazione professionale. L’evento, promosso da Arci Caccia – Federazione Provinciale di Siena – con il patrocinio di Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente – e delle Istituzioni locali (comune di Chianciano Terme, Provincia di Siena e Regione Toscana) - ha riunito istituzioni, esperti e studenti per un approfondimento dedicato alla conoscenza e alla valorizzazione delle carni selvatiche come risorsa alimentare sostenibile.
Si tratta di una delle progettualità nate all’interno di un Protocollo d’Intesa siglato tra Arci Caccia e l’Istituto Alberghiero, un accordo che segna l’avvio di un percorso formativo innovativo. L’obiettivo è duplice: da un lato, trasmettere competenze tecniche e culturali legate alla preparazione delle carni selvatiche; dall’altro, sensibilizzare sull’importanza di un approccio consapevole alle materie prime.
“Sono orgoglioso del progetto nel quale i giovani studenti potranno cimentarsi nella cucina della migliore carne che ci sia. Con lo spirito di unire innovazione, tradizione e territorio, il tutto in collaborazione con un Istituto che porta il nome di uno dei più illustri personaggi dei “Saperi” e della cultura italiani” -  ha dichiarato Simone Brogi, presidente di Arci Caccia Siena. Per questo, l’iniziativa si inserisce nella cornice di Selvatici e Buoni, il progetto di Fondazione UNA volto a creare una filiera controllata, legale e sicura di carni selvatiche, su tutto il territorio nazionale. Fondazione UNA, partner dell’iniziativa, ha ribadito il proprio impegno nel sostenere progetti che uniscono formazione, sostenibilità e conservazione, favorendo un dialogo costruttivo tra giovani, istituzioni e realtà produttive. L’evento costituisce l’inizio del percorso didattico sulla selvaggina all’interno dell’Istituto, con il fine di preparare i giovani studenti ad esperienze lavorative future ed innovative, ma ispirate alla tradizione.
“Per Fondazione UNA è motivo di autentica soddisfazione vedere un progetto, avviato nel 2017 in provincia di Bergamo, crescere e radicarsi in territori nuovi, portando con sé una visione della carne selvatica fondata su principi di sicurezza, tracciabilità e sostenibilità”, ha affermato Marina Berlinghieri, responsabile Affari istituzionali di Fondazione UNA. “La collaborazione con un polo formativo d’eccellenza come l’I.I.S. Pellegrino Artusi ci consente di intrecciare competenze e valori, dando vita a un modello gastronomico consapevole, capace di valorizzare una risorsa disponibile nel pieno rispetto del territorio e di generare un ritorno economico per le comunità che lo abitano”.
L’incontro ha generato un dibattito ad ampio spettro sul tema: dalla dimensione antropologica della caccia al ruolo dell’attività venatoria nella gestione del territorio, dalla sicurezza alimentare delle carni selvatiche alla sua potenzialità gastronomica. Mantenere vivo e aperto il dialogo tra mondo venatorio, istituzionale e scolastico permette di fare luce su come la selvaggina rappresenti un ingrediente di eccellenza per la ristorazione, capace non solo di arricchire l’offerta gastronomica locale, ma anche di valorizzare una risorsa a chilometro 0, promuovendo un approccio culinario sostenibile. Come Istituto Alberghiero, abbiamo il compito non solo di formare professionisti competenti, ma cittadini consapevoli, capaci di riconoscere nel cibo il valore della cultura, della sostenibilità e del territorio. Il progetto promosso da Arci Caccia e Fondazione UNA rappresenta un’occasione preziosa di crescita per i nostri studenti, che possono sperimentare concretamente come tradizione e innovazione possano convivere, dando vita a una cucina che rispetta l’ambiente e valorizza le risorse locali” - ha aggiunto Marco Mosconi, dirigente scolastico reggente I.I.S. “Pellegrino Artusi” di Chianciano Terme.
Il percorso si è concluso con una degustazione di prodotti a base di selvaggina, che ha permesso di esperire in maniera pratica quanto appreso, un momento conviviale che ha rappresentato il simbolo concreto di un progetto destinato a crescere, con laboratori, attività di educazione alimentare e percorsi formativi teorico-pratici.