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La riforma delle aziende faunistico-venatorie è legge

Scritto da EOS SHOW | Dec 23, 2025 5:44:15 PM

L’approvazione di un emendamento all’interno della Legge di Bilancio, fortemente voluto da Coldiretti, AB-Agrivenatoria Biodiversitalia e dal CNCN-Comitato nazionale Caccia e Natura segna una svolta storica per la gestione del territorio rurale italiano. Grazie alla modifica dell’articolo 16 della Legge 157/1992, il legislatore ha finalmente colmato un vuoto normativo che per oltre trent’anni ha costretto le Aziende Faunistico-Venatorie (AFV) in un limbo giuridico e fiscale insostenibile. La nuova norma riconosce ufficialmente la possibilità di organizzare queste realtà in forma di impresa individuale o collettiva, superando il vincolo della mancanza di fini di lucro che poteva impedire ai concessionari di reinvestire le risorse necessarie alla tutela ambientale, al ripristino e al mantenimento degli ecosistemi e al presidio del territorio. Questo inquadramento su richiesta del concessionario permette, infatti, di valorizzarne il ruolo come custode del territorio.
Fino a oggi, il divario tra gli obblighi di miglioramento dell'habitat e l'assenza di un assetto societario riconosciuto ha generato numerosi contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, la quale spesso riconduceva tali attività a società di fatto con pesanti conseguenze sul piano economico. Con l'introduzione delle modifiche alla normativa nazionale sulla fauna selvatica, le AFV possono ora optare per un assetto giuridico trasparente, permettendo anche a quelle già esistenti di convertirsi volontariamente nei nuovi modelli societari. "Con questa norma passiamo da un modello di mera sussistenza ad un modello di impresa responsabile. Diamo certezze fiscali ai concessionari, risolviamo il problema dei contenziosi tributari e, soprattutto, mettiamo in sicurezza la gestione di oltre un milione di ettari di territorio agro-silvo-pastorale italiano", ha dichiarato il presidente di AB Niccolò Sacchetti.
L'impatto della misura è significativo se si considera che in Italia operano oltre 1.000 AFV, istituti privati che gestiscono circa un milione di ettari di territorio agro-silvo-pastorale (più del 15% di quello totale). Fornire a queste realtà gli strumenti legali per operare come imprese significa non solo garantire la biodiversità e il mantenimento degli habitat, ma anche favorire lo sviluppo delle zone rurali e l'integrazione del reddito agricolo. La riforma lascia comunque impregiudicata la facoltà dei concessionari di mantenere l'attuale assetto qualora lo ritenessero idoneo, così come restano confermate le funzioni delle Aziende Agro-Turistico-Venatorie (AATV) nel loro ruolo di supporto alle aziende agricole tradizionali. “Il lavoro svolto faticosamente negli ultimi anni sta dando i primi frutti e ci faremo trovare pronti per dare assistenza ai concessionari nelle fasi che seguiranno alla messa a terra delle modifiche normative garantendo, sin dall’inizio del 2026, una serie di attività informative e di supporto per tutti i nostri soci”, ha concluso il presidente Sacchetti.
“Come CNCN non possiamo che esprimere tutta la nostra soddisfazione per una riforma che il settore attendeva da anni, e che arriva come risultato di un lavoro corale e tenace, volto a restituire dignità e prospettiva a chi realmente custodisce territorio e biodiversità”, ha commentato Maurizio Zipponi, presidente del CNCN. “Desideriamo, più di tutto, ringraziare AB, Coldiretti e in particolare il prezioso contributo del suo presidente, Ettore Prandini, con cui abbiamo condiviso gli sforzi profusi in questi mesi che hanno reso possibile il raggiungimento di questo risultato”.
Proprio al fine di consentire una corretta applicazione della norma, con l’ausilio di un team di professionisti, verranno organizzati alcuni eventi che ne mostreranno le effettive potenzialità e ricadute operative nella gestione delle AFV.